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E’ un progetto pensato e nato dall’attento ascolto dei numerosi adulti incontrati durante il nostro lavoro educativo: insegnanti, genitori, educatori, noi stessi attraverso gli stages con le scuole, i corsi di formazione, i convegni.
Da questo ascolto abbiamo raccolto un grande bisogno ed una forte richiesta di due elementi: tempo e spazio.
Uno spazio per sé, per l’adulto perso e chiuso nei molti ed inevitabili ruoli.
Un tempo lento, dilatato, che permetta di giocare e giocarsi in nuove relazioni con se stessi e con glialtri.
Il SARA vuole dare voce e senso a questi bisogni.
La natura della Penicina tra faggi maestosi, silenzi, radure e prati ombreggiati sarà d’aiuto in questo viaggio con bagaglio leggero dentro e fuori di noi.

S.A.R.A.  – SPAZIO DI AGGREGAZIONE E RELAZIONE PER L’AGIO

Un laboratorio per adulti

dal 2 al 4 settembre 2024

presso Villa Penicina di Romagnese

costo euro 150,00 comprensivo di attività, vitto e alloggio

Per informazioni e iscrizioni Fabienne Guiducci 340 530 1253

Soltanto i giovani hanno momenti del genere. Non dico i più giovani (…) Persino la penombra qui brilla di promesse.
A ogni svolta il sentiero ha le sue seduzioni (…) Si va avanti ritrovando i solchi lasciati dai nostri predecessori, eccitati, divertiti(…) Già. Si va avanti. E anche il tempo va, fino a quando innanzi a noi si profila una linea d’ombra, ad avvertirci che bisogna dare addio anche al paese della gioventù

J. Conrad “ La linea d’ombra”

L’idea che sostiene e fa da sfondo a SARA è quella di realizzare e di creare uno spazio relazionale significativo in cui fornire agli adulti la possibilità prima di tutto incontrarsi e sperimentare in gruppo situazioni di benessere.
Più che un progetto, s’avvicina di più a un’idea, a un’intuizione che anima e dà vita a SARA. Assomiglia e ricorda un possibile significato di gioco, se consideriamo un pensiero che il Prof. Spaltro attribuisce a questa attività, “ Il piacere di non sapere dove andrà a finire”. Infatti del gioco SARA ha alcune caratteristiche: l’imprevedibilità, la leggerezza e il piacere, il divertimento.
Imprevedibilità nel risultato, degli incontri, delle trame che si possono creare, delle direzioni che potrà prendere.
Leggerezza garantita dalle modalità, dagli strumenti proposti e dall’approccio: lo stile animativo. Animazione intesa nel suo senso più ampio e più profondo, cioè come approccio che scopre e valorizza le potenzialità, le risorse individualiconsiderate infinite ed inesauribili e che quindi non impone , ma propone. L’animazione che rispetta i tempi e le
caratteristiche individuali e che guarda all’altro con uno sguardo di grande aspettativa e fiducia nelle capacità di ognuno.
La leggerezza e la morbidezza di questo stile si accompagna, necessita di uno spazio adeguato che è fisico naturalmente, ma soprattutto psicologico, affettivo, emozionale, relazionale uno spazio con limiti, frontiere, ma anche vuoti, silenzio, zone meno dense, dove si può sentire meglio l’eco, dove si può raccogliere, accumulare, scambiare, dimenticare e come dice Kaes: “ abbiamo bisogno di uno spazio per la memoria, l’oblio, le radici: cantine e granai. C’è bisogno di uno spazio per l’autonomia, la passione, lo studio, il gioco e l’istinto.”
Forse solo abitando uno spazio dentro e fuori di noi, si può vivere una situazione di benessere. Un benessere che non si trova, che non capita, ma che va costruito, inventato, progettato e che quando lo si raggiunge, ci appare leggero come una danza, ma che della danza ha anche la pesantezza, la fatica, l’accanimento e la durezza che si incontra durante il
percorso, la sua preparazione. Il benessere ha un grande valore socializzante: è contagioso, trascina con sé coloro che lo trattano, chi se ne occupa. E ‘ per questo motivo che SARA fa riferimento al gruppo come moltiplicatore di possibilità, di energia positiva, come acceleratore di cambiamento: è nella relazione, in tutto ciò che connette, inteso in senso ampio che sta l’equilibrio, il senso e l’essenza dell’esistenza.

L’ADULTO

“Proprio io sono il centro che esiste soltanto per una geometria dell’abisso; sono il nulla intorno a cui questo movimento gira ( il movimento di un oceano senza confini intorno al buco del nulla), come fine a se stesso, con quel centro che esiste solo perché ogni cerchio deve possedere un centro. Io, proprio, io sono il pozzo senza pareti ma con la resistenza delle pareti, il centro del tutto con il nulla intorno.” F. Pessoa “Il libro dell’inquietudine.”
Se si vuole incontrare l’adulto lo si può trovare prima di tutto nella sottrazione, cioè in quello che non è: non è il genitore, non è la sua professionalità, non è figlio, non è marito/moglie, non è…
Ma anche nella sua stessa sottrazione: infatti risulta molto spesso difficile , scovarlo, avvicinarsi all’adulto. Occorre molta attenzione, delicatezza per vincere le sue difese e resistenze a scoprirsi, raccontarsi, mettersi in gioco.
A volte l’adulto si nasconde dietro il proprio ruolo per non svelare, per non essere in contatto con parti che abitualmente non è abituato a considerare.
L’adulto che abbiamo incontrato nel corso di questi anni e guardando anche noi stessi, è un soggetto spaesato, senza grandi riferimenti, che si sente perso, perché forse perde l’attimo della vita, il piacere dell’istante che gli si presenta.
Perso, perché forse è chiamato dagli altri, da se stesso a dare perennemente qualcosa di sé agli altri: figli, compagno, lavoro, società, senza avere molto tempo e spazio per sé e per ascoltare i suoi bisogni. L’adulto è spesso solo mentre prende decisioni importanti, mentre affronta problemi, mentre assolve i suoi compiti e le sue responsabilità. Se perde il “centro”, spesso è solo nella ricerca dell’equilibrio, perché forse una delle cose più difficili chiedere aiuto agli altri, è
mettersi un po’ nelle mani degli altri.
Il laboratorio che ipotizziamo nel progetto SARA riteniamo sia una risposta adeguata per fornire agli adulti uno spazio ed un tempo in cui sperimentare, in una situazione protetta, quindi facilitante, un percorso, un tragitto attorno sé.

LO SPAZIO

A quattordici chilometri da Bobbio, sul Penice, Villa Locatelli, un’area tra due colli di bosco, una villa padronale ed una villa-residence, una grande fontana, una chiesetta, una legnaia… Questo è il teatro dei possibili incontri; nel silenzio degli alberi, tra prati coperti di muschio e di primule in primavera, nei sentieri che si perdono tra i boschi, il luogo è già
di per sé, diventa immediatamente relazione, significato, senso di bellezza intuibile e caldo.
Lo spazio non costituisce lo sfondo del progetto, ma diventa un elemento strategico fondamentale per ampliare dentro di noi la possibilità di cogliere meglio le nostre risorse, ricchezze, nuove sfumature e sguardi su di noi e gli altri.

Fabienne Guiducci
Formatrice, conduttore di gruppo di adolescenti ed adulti della Fondazione Adolescere.

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